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EURO SCETTICI

"Per l'Ambiente"

 

 

 

      Alla fine degli anni ’70 il famoso "Club di Roma", pubblicò un famoso documento dove erano raccontati e mostrati tutti i dati relativi alla salute della Terra, ma in particolare mostrava e preannunciava tutte le catastrofi a cui poteva anche incontro l'Ambiente negli anni futuri. Il problema fu che senza una reale politica interessata allo sviluppo dell'Ambiente, quel documento diede lo spunto per la nascita di Partiti e Movimenti politici interessati più alla retorica e al catastrofismo che alla tutela ecologica, che negli anni hanno portato più danni che dato soluzioni vere.

  Molte politiche hanno lavorato più a raccontare e dire “NO” su tutto, anzichè lavorare sul futuro, e questo ha significato la mancata nascita di una reale politica ambientale in Europa. La Burocrazie e le the Euro Elites sono state interessate molto, per esempio, alla crescita negli ultimi anni del settore Bio-Diesel and Oils. Negli ultimi due anni molti industrie e aziende sono state interessata a riconvertire l'agricoltura, più che al settore alimentare, al settore dei combustibili, in particolare nella produzione di Bio-Carburanti.

   Le Euro Elites hanno amato molto più preparare e pianificare grandi programmi di pianificazione agricola, senza alcun ascolto delle realtà locali, con sussidi e quote che hanno limitato l'Agricoltura con il non uso di quei prodotti (che però inviati e rivenditi in Africa a prezzi "stracciati", proprio grazie agli euro-sussidi, hanno avuto il risultato di distruggere la nascente agricoltura africana che certo non poteva competere con i prezzi "stracciati" Europei. Questo ha significato, e significa, da un lato accrescere la povertà dell'Africa, dall'altro dare giustificazione agli Euro Burocrati per la nascita di Istituzioni e Associazione pseudo-umanitarie per l'Africa che sono servite e servono quasi sempre a molto molto poco, alimentando solo sè stesse).   Ancora in questi anni sono esposi piani per la riconversioni del Parco auto da riconvertire con l'acquisto di nuove auto e veicoli che comunque fossero sempre ad alimentazione diesel o di benzina  (con le certificazioni “euro 3 or 4”), investendo ben poco in una politica industriale che accrescesse la conversione di gas e metano per i veicoli a prezzi contenuti. Il risultato di queste politiche sono sotto gli occhi di tutti con la crisi (se non spesso la morte) delle agricolture locali in Europa, con la mancanza di alcun serio e comune piano per la resa in efficienza ecologica e "verde" delle Abitazioni, Città ed Aree, e con la mancata costruzione o progetto di nessuna grande Centrale di Energia Verde.

   Il rischio vero si vede quotidianamente ed è in crescita con i prezzi alimentari senza più alcun controllo, ed allo stato attuale l'Europa sta sempre più diventando dipendente dal punto di vista alimentare, energetico e tecnologico da Nazioni dove le "politiche verdi" sono solo un miraggio, quando in molti non hanno alcun significato.      I nuovi pomodori arrivano dalla Thailandia, le arance dai Paesi poveri del Sud America, verdura e frutta da parti sconosciute della Cina, India o Asia: ma quanto siamo sicuri di quanto questa realtà costi in termini di diritti umani e ambiente? Quanto questo conviene all'Europa e specialmente è rischioso per la salute dei consumatori europei?

 

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