LA STRAGE DEGLI ORSI IN ABRUZZO RIAPRE LA POLEMICA E IL DIBATTITO SU COSA VIENE FATTO IN ITALIA
"Uccisi per avvelenamento il mitico Bernardo e altri due esemplari di marsicano"
PESCARA - Di certo oramai cìè che siano stati avvelenati
i tre orsi marsicani trovati morti nel Parco nazionale
d'Abruzzo, Lazio e Molise. A sostenerlo sono sia il Corpo
forestale dello Stato, sia il presidente dell'ente, Giuseppe
Rossi. Le carcasse degli animali trovati deceduti - due femmine
e un maschio, il celebre Bernardo che era diventato da tempo uno
dei simboli del Parco (era nata addirittura un'associazione,
«Amici di Bernardo», che si occupa tra l'altro di risarcire i
proprietari di galline di cui l'orso era ghiotto) - sono state
trasferite all'Istituto zooprofilattico di Roma per l'esame
necroscopico di rito. La Forestale fa sapere che all'interno del
territorio abitato dall'orso sono stati anche rinvenuti i resti
di una capra su cui si stanno effettuando degli esami
necroscopici per verificarne l'eventuale avvelenamento». E il
Wwf rivela che altri animali, nella fattispecie due lupi, sono
risultati morti, sempre per avvelenamento, nella stessa zona.
E ancora una volta ritorna il forte dubbio, tra specie protette
abbandonate a se stesse e leggi, ordinanze e regolamenti (oltre
che al controllo del territorio lasciato a se stesso) mai
adempiuti o applicati... ma le Istituzioni dov'erano? E
soprattutto, ancora ad oggi... dove sono?? La creazione di una
vera società animalista, capace di tutelare le specie protette e
la natura, come anche la strage dell'Abruzzo dimostra, si fa
un'esigenza sempre più forte e sentita dai cittadini (che hanno
mostrato in migliaia segni di grave indignazione anche poche ore
dopo la notizia della morte di Bernardo), in questo nostro Paese,
che spesso tanto "Bel Paese" non pare essere.LA TAGLIA E IL SITO A LUTTO - Il fenomeno è dunque particolarmente grave. Al punto che lo stesso Wwf ha deciso di mettere una «taglia» di 10 mila euro sui responsabili: la somma, fanno sapere gli ambientalisti, sarà consegnata a chi sarà in grado di consegnare gli autori del gesto alla giustizia. L'associazione del Panda chiede una sorta di «Ris» (i carabinieri specializzati nelle indagini scientifiche) per la tutela dell'orso marsicano, ovvero una squadra investigativa in grado di condurre indagini puntuali e di rintracciare coloro che si sono macchiati di questo reato. Per sottolineare la drammaticità di quanto accaduto, il Wwf Italia ha deciso di listare a lutto il proprio sito Internet.
«EPISODI GRAVISSIMI» - «Uccidere un orso marsicano, uno dei pochissimi esemplari che popolano le montagne dell'Appennino - commenta Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf e anima del parco naturale abruzzese - , è come abbattere un pezzo di Cappella Sistina. Sempre nella Marsica l'anno scorso sono stati ritrovati più di 10 grifoni avvelentati e tanti altri animali. Ora serve una risposta ferma e puntuale sulla prevenzione». «Non ci sono parole per definire questa ennesima mattanza - aggiunge Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente -. Siamo di fronte a delinquenza pura e brutale alla quale bisogna rispondere con la massima determinazione nell'annientare il bracconaggio». STILLICIDIO DI DECESSI - La morte di Bernardo e degli altri due esemplari femmina, una delle quali era la sua «compagna», è solo l'ultimo caso di uno stillicidio delle uccisioni di plantigradi che negli ultimi anni ha registrato una forte recrudescenza. Sul banco degli imputati sono finiti, tra gli altri, bocconi avvelenati, i percorsi del treno non protetti nella parte che passa all'interno dell'area protetta e anche i carnieri che - secondo alcuni- vengono ancora realizzati nel parco. Secondo le ricerche più accreditate, ricorda la Legambiente, la piccola popolazione di orsi residua nel Parco sarebbe stimata in circa 40-50 individui (report recenti azzardano anche che la quota sia scesa sotto la soglia dei 30 individui). Con l'uccisione di Bernardo e degli altri due esemplari la popolazione dunque si sarebbe ridotta del 4% in un colpo solo. |
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