IL NOBEL 2007 AD AL GORE
Ad Al Gore e al IPCC il Nobel per la Pace 2007. Cosa cambia?
RIFLESSIONI SUL NOBEL A GORE
OSLO
- Sicuramente è una delle notizie più interessanti, ma al tempo
stesso controverse, il Nobel per la Pace 2007 assegnato
dall'Accademia di Olso ad Al Gore. I giornali nella giornata
seguente la proclamazione si sono distinti per vari punti di
vista, in negativo e in positivo, su Gore nobel, ma pochi sono
entrati nel dibattito su cosa comporta il Nobel a Gore.
Sicuramente, e non se ne può non prendere atto, con il suo
personalismo e lavoro Gore ha contribuito a mettere in agenda il
tema dell'ambiente. Non è la prima volta che un documentario
affronta i temi, anche catostrofistici, dei cambiamenti
climatici, nè che affronta anche la situazione grave delle
specie viventi, basti pensare che in giro, anche su internet, si
possono scaricare vari film documentari (uno tra i più famosi ha
come voce narrante anche Paul McCartney) in cui si denunciano le
malefatte e i rischi di violentare la natura, gli animali e il
clima. Ad ogni modo è di certo la prima volta che un
documentario suscita tanta attenzione mediatica planetaria,
tanto che sicuramente senza il film (che è solo una sintesi
filmica dell'omonimo libro) di certo Gore sarebbe stato ben
lontano dal Nobel. Questo suscita varie riflessioni per chi ha a
cuore ambientalismo e animalismo sui nuovi mezzi di
comunicazione e proposta-denuncia.
UNA SCOMODA
VERITA' - Va detto che se pur ottimo in termini
mediatici e di denuncia, non tutto il lungo documentario e, di
conseguenza, riflessione ambientalista del Gore "verde" va preso
come oro colato. In particolare come Movimento Animalista che
ben conosce il problema degli allevamenti e coltivazioni
intensive (fattore inquinante al pari delle emissioni di gas,
col il suo 27% di contributo all'effetto serra) non concordiamo
con il Gore favorevole alle Biomasse e al Biodiesel come energia
di massa. Negli Usa, il sogno "biodiesel" di molti coltivatori
ha fatto sì che interi campi e tenute di cereali e soia siano
stati riconvertiti alla produzione di diesel, che sino ad ora ha
ben pochi vantaggi in termini energetici su larga scala, ma
drammatici dal punto di vista agricolo, alimentare ed
ambientale. Proprio il sogno biodiesel è una delle cause
dell'aumento del presso di pane e farina di questi ultimi mesi,
a dispetto del pieno al distributore che aumenta. Da punto di
vista alimentare, le coltivazione convertite a solo biodiesel,
significano proteine e cereali fuori dal mercato e produzione
alimentare, per non pensare allo spreco di risorse alimentari
che ne consegue, a poco vantaggio di qualche chilometro della
nostra auto. Ancora bisogna ricordare che proprio l'anno scorso,
il maggiore fattore di deforestazione e distruzione della
foresta amazzonica (polmone del mondo) è stata proprio la
necessità di avere terra per coltivare soia, che al 90% era
tutta dedicata alla futura produzione di biodiesel. Se biodiesel
significa deforestare, questo incide sullo stesso effetto serra
e nel clima, forse ancora di più di quello che vorrebbe essere
il suo scopo di energia ambientalista.
IL FUTUTO
ANIMALISTA E AMBIENTALISTA - Gore ha grandi meriti
di denuncia, ma pochi di proposta. Chi ha visto il suo
documentario, comunque interessante e bello da vedere (forse un
pò più opinabile nell'attendibilità dei suoi dati), non può che
comunque salutare con favore come questo abbia iniziato un
percorso di denuncia e centralità di ambientalismo ed
ecologismo. Spiace che spesso la stessa denuncia cada a volte
nel catastrofismo fine a sè stesso, ma a conti fatti non si può
negare di salutare con favore il suo Nobel e il suo lavoro, in
termini specialmente mediatici, pur se con più di qualche
riserva dal prendere il prodotto Gore a scatola chiusa e senza
riserve. Il futuro di animalismo ed ambientalismo passa forse
anche per l'esempio, specialemente mediatico, di Gore: una lunga
e soprattutto ben organizzata campagna che coinvolga soprattutto
i nuovi media, per porre all'ordine del giorno e dell'opinione
pubblica la natura e specie viventi. il futuro delle battaglie
animaliste ed ambientaliste sta cambiando e chi da sempre lavora
in questa direzione non può non prenderne atto e inziare a
lavorare in quella che è solo una battaglia, che tra tante
contraddizioni, tanti dati poco certi, tanti soloni, tante
parole, è un lavoro che è solo all'inizio.
L.P. |
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