DICHIARAZIONE
UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'ANIMALE
- A quasi trent'anni dalla firma della dichiarazione del '78,
probabilmente è proprio da quella innovativa carta che bisogna
ripartire per poter lavorare nelle nostre legislazioni per
creare una società maggiormente animalista. Con queste premesse
parte una delle tavole rotonde del Partito Animalista Italiano
che per fine 2007 intende presentare iniziative legislative al
Parlamento Italiano ed Europeo... In attesa ripercorriamo gli
articoli di quella storica "Carta dei Diritti", sottoscritta a
Parigi il 15 Ottobre 1978.
Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'Animale
PREMESSA
Considerato che ogni animale ha dei diritti;
considerato che il disconoscimento e il disprezzo di questi
diritti hanno portato e continuano a portare l' uomo a
commettere crimini contro la natura e contro gli animali;
considerato che il riconoscimento da parte della specie umana
del diritto all'esistenza delle altre specie animali costituisce
il fondamento della coesistenza delle specie nel mondo;
considerato che genocidi sono perpetrati dall' uomo e altri
ancora se ne minacciano;
considerato che il rispetto degli animali da parte degli uomini
è legato al rispetto degli uomini tra loro;
considerato che l'educazione deve insegnare sin dall'infanzia a
osservare, comprendere, rispettare e amare gli animali.
SI PROCLAMA:
Articolo 1
Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli
stessi diritti all'esistenza.
Articolo 2
a) Ogni animale ha diritto al rispetto; b) l'uomo, in quanto
specie animale, non può attribuirsi il diritto di sterminare gli
altri animali o di sfruttarli violando questo diritto. Egli ha
il dovere di mettere le sue conoscenze al servizio degli
animali; c) ogni animale ha diritto alla considerazione, alle
cure e alla protezione dell'uomo.
Articolo 3
a) Nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti e ad
atti crudeli; b) se la soppressione di un animale è necessaria,
deve essere istantanea, senza dolore, nè angoscia.
Articolo 4
a) Ogni animale che appartiene a una specie selvaggia ha il
diritto di vivere libero nel suo ambiente naturale terrestre,
aereo o acquatico e ha il diritto di riprodursi; b) ogni
privazione di libertà, anche se a fini educativi, è contraria a
questo diritto.
Articolo 5
a) Ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente
nell'ambiente dell' uomo ha diritto di vivere e di crescere
secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che
sono proprie della sua specie; b) ogni modifica di questo ritmo
e di queste condizioni imposta dall'uomo a fini mercantili è
contraria a questo diritto.
Articolo 6
a) Ogni animale che l'uomo ha scelto per compagno ha diritto ad
una durata della vita conforme alla sua naturale longevita'; b)
l'abbandono di un animale è un atto crudele e degradante.
Articolo 7
Ogni animale che lavora ha diritto a ragionevoli limitazioni di
durata e intensità di lavoro, ad un'alimentazione adeguata e al
riposo.
Articolo 8
a) La sperimentazione animale che implica una sofferenza fisica
o psichica è incompatibile con i diritti dell' animale sia che
si tratti di una sperimentazione medica, scientifica,
commerciale, sia di ogni altra forma di sperimentazione; b) le
tecniche sostitutive devono essere utilizzate e sviluppate.
Articolo 9
Nel caso che l'animale sia allevato per l'alimentazione deve
essere nutrito, alloggiato, trasportato e ucciso senza che per
lui ne risulti ansietà' e dolore.
Articolo 10
a) Nessun animale deve essere usato per il divertimento dell'
uomo; b) le esibizioni di animali e gli spettacoli che
utilizzano degli animali sono incompatibili con la dignità
dell'animale.
Articolo 11
Ogni atto che comporti l'uccisione di un animale senza necessità
è un biocidio, cioè un delitto contro la vita.
Articolo 12
Ogni atto che comporti l'uccisione di un gran numero di animali
selvaggi è un genocidio, cioè un delitto contro la specie; b)
l'inquinamento e la distruzione dell'ambiente naturale portano
al genocidio.
Articolo 13
a) L'animale morto deve essere trattato con rispetto; b) le
scene di violenza di cui gli animali sono vittime devono essere
proibite al cinema e alla televisione a meno che non abbiano
come fine di mostrare un attentato ai diritti dell'animale.
Articolo 14
a) Le associazioni di protezione e di salvaguardia degli animali
devono essere rappresentate a livello governativo; b) i diritti
dell' animale devono essere difesi dalla legge come i diritti
dell'uomo.
Lo Spirito della DICHIARAZIONE
La
Dichiarazione Universale dei Diritti dell' Animale è stata
proclamata il 15 ottobre 1978 presso la sede dell'UNESCO a
Parigi. Il suo testo è stato redatto, nel corso di riunioni
internazionali, da personalità appartenenti al mondo
scientifico, giuridico e filosofico e alle principali
associazioni mondiali di protezione animale. Tale Dichiarazione
costituisce una presa di posizione filosofica riguardo ai
rapporti futuri tra la specie umana e le altre specie. All'alba
del XXI secolo essa propone infatti all'uomo le norme di un'
ETICA che dovrebbe essere fermamente e chiaramente espressa nel
mondo attuale, già così turbato, minacciato di distruzione e nel
quale violenza e crudeltà esplodono in ogni istante.
L'
EGUALITARISMO della "Dichiarazione" deve essere ben compreso:
l'affermazione dell'art. 1: "Tutti gli animali nascono uguali
davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all'esistenza "non
esprime un'eguaglianza di fatto tra le specie,ma un'eguaglianza
di diritti,non nega cioè le evidenti differenze di forme e di
capacità esistenti tra gli animali, ma afferma il diritto alla
vita di tutte le specie nel quadro dell'EQUILIBRIO NATURALE.
L' uomo, nel corso del tempo, ha stabilito un codice di diritti
relativi alla propria specie; ma, nei confronti dell'universo,
non dispone di alcun particolare diritto. L'uomo è, in effetti,
una delle specie animali terrestri, e una delle più recenti
comparse sulla terra. La Vita non appartiene alla specie umana,
l'uomo non è nè il creatore nè il detentore; la vita appartiene
tanto all'insetto che al pesce, tanto al mammifero che
all'uccello.
L' uomo ha invece creato nel mondo vivente una gerarchia
arbitraria che non esiste in natura, tenendo conto solamente
della propria utilità.
Questa gerarchia antropocentrica ha condotto allo SPECISMO, che
consiste nell'adottare un atteggiamento differente secondo le
specie, nel distruggerne alcun proteggendone altre, nel
dichiarare che certe specie sono "utili", altre "nocive", o
"crudeli". Per causa dello SPECISMO alcuni proteggono il cane e
il gatto, mentre non si preoccupano degli animal selvatici
imprigionati negli zoo, oppure proteggono le aquile e
perseguitano le talpe.
Per specismo si è riservata "l'intelligenza" all'uomo e si è
concesso "l'istinto" all'animale. Lo specismo ha anche indotto
l'uomo a ritenere che l'animale non soffrisse come lui, per
poterlo usare e sfruttare Come il "razzismo", che nega a certi
uomini quei diritti che altri uomini si attribuiscono, si può
definire un CRIMINE CONTRO L' UMANITA', così lo "specismo", che
stabilisce una gerarchia di diritti nel mondo, è un CRIMINE
CONTRO LA VITA .
I
principi della "Dichiarazione" aiutano l' umanità a ritrovarsi
in armonia con l'universo. Non hanno certamente lo scopo di far
regredire l'uomo alla vita primitiva, ma tendono a indurlo al
RISPETTO PER LA VITA , perchè l' uomo ha il DOVERE, per il bene
di tutta la COMUNITA' BIOLOGICA alla quale APPARTIENE e dalla
quale DIPENDE, di rispettare la Vita in tutte le sue forme.
La
D.U.D.A. proponeva nel 1978 regole di comportamento umano nei
vari settori in cui l'uomo si incontra e/o si scontra con la
natura e gli animali:
-
rispetto per gli habitat e per gli animali selvatici (quindi
rinuncia o riduzione di caccia e pesca);
- rinuncia all'uso di animali per divertimento o pseudocultura
(zoo e circhi);
- rinuncia all'addomesticamento autoritario di alcune specie:
a) per fini alimentari (allevamenti intensivi, trasporti,
macellazioni)
b) per fini commerciali e sportivi (cani, gatti, cavalli e altri
animali)
c) per l'abbigliamento (animali da pelliccia);
- rinuncia all'uso di animali per la ricerca biomedica,
industriale, cosmetica, didattica,ecc.;
- rinuncia ai maltrattamenti, alle crudeltà, agli abbandoni di
animali domestici;
- rinuncia all'uso, alla tortura, all'uccisione di animali a
scopi di divertimento (corride, combattimenti di cani, rodei,
corse, feste sadiche, ippica)
L'
ETICA BIOLOGICA della "Dichiarazione" non ha certo lo scopo di
far dimenticare la lotta contro la miseria dell'uomo, contro la
fame, la guerra, la tortura, l'egoismo, ma induce l'umanità a
ritrovare il suo posto tra le specie viventi e ad integrarsi in
un nuovo equilibrionaturale,condizione fondamentale per la
propria sopravvivenza .
Ciò significa che la specie umana deve modificare il suo modo di
pensare per rinunciare progressivamante alla sua attitudine
antropocentrica, come ad ogni comportamento zoolatrico, per
adottare un comportamento BIOCENTRICO fondato sulla tutela della
Vita. In questo senso la Dichiarazione universale dei diritti
dell'animale è una tappa importante della cultura umana.
Significato ecologico del documento:
Alla luce dei più recenti studi della moderna biologia la
"Dichiarazione" propone le norme di un' etica fondata sul
diritto all'esistenza di tutte le specie, nel quadro
dell'equilibrio naturale. Ne deriva per l'uomo il dovere di
rispettare la Vita in tutte le sue forme nel rispetto
dell'UNITA' e, al tempo stesso, della DIVERSITA' degli esseri
viventi; ne deriva ancora l'impegno ad una lotta pacifica ma
ferma per ridurre ed eliminare la sofferenza, la tortura, la
distruzione nell'ambito della comunità biologica a cui l'uomo
appartiene e dalla quale dipende.
Ogni specie, ogni individuo contribuisce, con la sua
originalità, ad assicurare la stabilità dinamica della biosfera
e dunque la sopravvivenza di tutti i suoi componenti. Ogni
specie, ogni individuo possiede dunque DIRITTI NATURALI ad
un'esistenza degna. La specie umana ha invece iniziato
un'autoritaria gestione dell'economia biologica, gestione che è
assicurata da una continua gerarchizzazione delle specie e degli
individui, riferita esclusivamente alle possibilità di un gruppo
culturale usato come unità di misura.
L'addomesticazione totalitaria della Natura da parte dell'uomo è
avvenuta a prezzo di sofferenze, distruzioni e uccisioni di
specie ed individui fino a minacciare d'esitinzione l'Evoluzione
e l'esistenza di tutta la biosfera.
Poichè l'uomo ha superato il limite oltre il quale l'equilibrio
naturale può essere definitivamente sconvolto, con danno
irreversibile anche per la specie umana, è necessario limitare
quei diritti sul mondo che l'uomo si è sconsideratamente
arrogato.
Tale
documento è quindi una proposta operativa per un impegno di vita
che si realizzi nel rifiuto del consumismo, dello spreco, dello
sfruttamento e nella gestione equa delle risorse, nella scelta
di beni essenziali nel rispetto dell'equilibrio biosferico sia
nel settore produttivo che in campo scientifico, culturale e del
tempo libero.
Sul piano giuridico la Dichiarazione indica una strada per il
riconoscimento e la tutela dei diritti dell'animale considerato
non in relazione al possesso,all'affetto o all'utile ecologico
dell' uomo, ma come soggetto, individuo, portatore di interessi
vitali.
La Dichiarazione universale dei diritti dell'animale, redatta
dalla Lega internazionale dei diritti dell'animale, è stata
presentata a Bruxelles il 26 gennaio 1978 e sottoscritta da
personalità del mondo filosofico, giuridico e scientifico;
successivamente è stata proclamata a Parigi presso la sede
dell'UNESCO, il 15 ottobre 1978, presenti Remy Chauvin, etologo
e scrittore, Alfred Kastler, premio Nobel per la fisicia, S.E.
Hamza Boubakeur, rettore dell' Istituto Mussulmano della Moschea
di Parigi, il prof. Georges Heuse.
La delegazione italiana era costituita dalla dr. Laura
Girardello, dal dr. Giovanni Peroncini, dal prof. Mario Girolami
e dalla prof. Clara Genero.